Camminare nell’aria.

Guardandoci le scarpe senza accorgerci delle buche, d’inciampo in inciampo perdiamo il fiato. Perché se alzassimo i piedi senza toccare il suolo, i polmoni dovrebbero aprirsi di sorpresa e respiro per farci piccole mongolfiere e salire ancora di più. Non sarebbe volare, ma camminare il cielo guardando la terra che si farebbe più graziosa, nessuna minaccia a sfiorarci le spalle. Basterebbe a incoraggiarci per ripetere l’artifizio finché si renderebbe naturale, un’abitudine. E ci troveremmo tutti in aria a scambiarci cenni sorridenti di saluto, sperando di non farsi zavorrare da inutili pesi umani. Basterebbe per ripeterlo all’infinito. Oppure solo quando le buche rischiano di spaccarci le caviglie. C’è un modo più elegante di staccarsi da qui? 

Consiglio: guardare da lontano, graziosamente.