Peccato mortale.
Ci ritroviamo stretti come in un tango con clandestini passi e clandestini intenti. Ci sono sguardi che potrebbero catturarci mentre ci studiamo con i pensieri che attraversano desideri e perversioni. Noi balliamo senza che la musica ritocchi troppo le geometrie ormai disegnate sul tavolo su cui scivoliamo. Nessun contatto per non scoprire il corpo attratto che si vorrebbe rifugiare. Soltanto una realtà da negare? Ti allontani, mi allontano, ascoltando i nostri passi e le nostre voci in corridoi troppo affollati ci sentiamo vicini, ancora stretti. Clandestini. E lo sappiamo. Senza dire una parola. Anche quando ormai la musica è finita. Non è un peccato? Sì, è mortale.
Consiglio: fate attenzione al tango.